Procida

 A PROCIDA PER DUE ANNI


Che tempi quando il Ministero per i beni culturali ti inviava in giro per l'Italia a fare la catalogazione dei beni culturali, in questo caso quelli folklorici.

Non andavamo nei Musei o presso i collezionisti ma nelle case, sui luoghi di lavoro, nelle chiese ed anche nei Musei.

Un bel gruppo di ricercatori ognuno con un compito preciso ma poi ci si scambiava dati, informazioni esperienze.

Eravamo anche buoni amici con Maria Libera Masucci, Mario Vanacore, e non mi ricordo chi altri.

Mario raccoglieva canti e narrazioni ed un giorno tornò a casa sbigottito perchè un anziano signore gli aveva accennato ad un canto in Cinese, era stato spedito in una missione militare da quelle parti.

Avevamo affittato casa alla Chiaiolella, io lavoravo con la mia compagna di allora Amaya Zubieta, brava fotografa. 

Successivamente mi accompagnò anche Josef Koudelka, già famoso, affascinato da quella attività minuziosa presso le case dei procidani.

Montavo il  piccolo tavolo da campeggio con disteso uno sfondo di cartone bianco e fotografavo ogni oggetto, ne prendevo le misure e mi facevo raccontare a cosa servisse, come era stato acquisito e se era usato anche con altre funzioni (magiche, religiose).

Un lavoro bellissimo.

Non eravamo strapagati ed il soggiorno era a nostre spese, ma imparavamo a conoscere, per quanto possibile, una realtà.

Procida era, negli anni '70, indissolubilmente legata al mare e non solo perchè è un'isola ma quasi tutti erano marittimi o pescatori.

Tra i tanti mestieri collegati a queste attività c'era una bottega di costruttori di barche in legno.




Alle pareti decine di 'garbi' vale a dire sagome di ogni parte delle imbarcazioni, dalla ghiglia alle ordinate, nessun metro ma solo un grande compasso in legno che partendo dai garbi tracciava sul legno le misure necessarie.

Ci perdevo le giornate a guardare quel lavoro.

 Lì a Procida mi sorprese il terremoto di Novembre dell'80. Grande paura, fortunatamente sull'isola non vi furono conseguenze gravi.

Tra un'attività e l'altra non potevo non andare nel mio adorato mare lì nei pressi dell'isolotto di Vivara.

Ci sono ritornato più volte ed è rimasto uno dei luoghi più interessanti del Mediterraneo.





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