Deserto e oceano in Marocco

 Vivere il mare significa vivere la sua gente

Tutti conosciamo il mare come luogo di vacanza, di tempo vissuto con gli amici o per fare amicizia, di luoghi da vivere con il caldo del giorno o nel fresco della sera.; ed ancora i tramonti, le giornate di pesca  dalla barca, le fritture di pesce...

Io vivo il mare un pò per tutto quello che ognuno cerca ma anche per le persone che sulle sponde di esso hanno creato città, culture, tradizioni. Ed allora questa immensa superficie d'acqua piena di vite diviene anche il luogo di mille e mille storie.

I miei viaggi al mare spesso divengono pretesto per sapere qualcosa in più di come l'uomo ha organizzato la propria vita .

Con questa curiosità sono andato a Dakhla nel Marocco, giù giù dove l'oceano ed il deserto si incontrano.

Una zona da decenni contesa dal popolo Saharawi al Marocco con un promesso referendum che, forse, mai si farà.

E' una città di non pochi abitanti che vive di pesca, allevamenti, agricoltura, servizi e da un pò di anni di turismo soprattutto per gli appassionati degli sport del vento.

Un imponente desalinizzatore fornisce acqua corrente in tutte le case e per l'agricoltura.

Un posto tranquillo dove nessuno ti chiede di acquistare qualcosa o ti invita e vedere merci. Una città ben organizzata affiancata dall'atlantico sempre freddo, opaco, a volte poco accogliente e per questo forse ancora più misterioso e bello.

Ho trascorso qualche giorno senza alcun obiettivo che stare a guardare ed ascoltare, vivere giorno per giorno ciò che il mio compagno di viaggio, Antonio, mi avrebbe proposto o che qualcun altro ci avrebbe indicato.

Quiete e bellezza ad eccezione dei luoghi dell'emarginazione: le periferie e le aree produttive come in tutte le città del mondo del resto.

Lo consiglio per chi ama il piacere della tranquillità, il deserto, l'oceano infinito, il buon cibo e l'ospitalità delle persone disposte a chiacchierare in francese e spagnolo ed i più giovani anche in inglese.